venerdì 9 gennaio 2009

Gazettone


Capodanno a Gaza: fuochi artificiali inclusi nel prezzo.

Quello che sta accadendo a Gaza è l'ennesima dimostrazione di forza (scellerata, criminale) dello stato israeliano su uno stato militarmente inferiore, un atteggiamento intimidatorio che ha il sapore dell'atto terroristico - che proprio nell'atteggiamento intimidatorio ha la sua natura. Come già per la recente guerra in Libano, colpisce la disumana e inferocita sproporzione dell'azione israeliana: a fronte di quattro morti sul loro territorio, ne stanno facendo a centinaia nella Striscia di Gaza.

"Casualmente", poi, nei giorni scorsi hanno colpito una scuola.
(Ad ognuno i suoi metodi: loro le bombe, noi il Decreto Gelmini.)

I media - narcotizzatori - sembrano stare tutti dalla parte di Israele, e se anche puntano il dito sullo squallore della guerra (una tematica che rischia di divenire un concetto di destra, visto quanto viene svuotato di una vera opposizione ad essa), comunque sono tutti unanimamente concordi che lo stato israeliano ha diritto di difendersi.
Ma siamo davvero sicuri di sapere chi si sta diffendendo da chi?

Innanzitutto, cenni storici.
Gli abitanti di Gaza - che ammontanto a un milione e cinquecentomila persone - non abitano la striscia di loro spontanea scelta. Vi furono deportate nel 1948. (La salma di Hitler sorrise nel vedere che la sua lezione era stata capita.)
L'occupazione della Striscia di Gaza è avvenuta durante la guerra dei sei giorni, nel 1967 (Hitler rideva sguaiato: che allievi stupendi!), e rimase tale fino a quando non avvenne la ritirata, nel 2005. Ritirata di facciata: Israele infatti controlla ancora l'accesso e il movimento delle persone, l'import e l'export, lo spazio aereo cos come l'accesso alle zone portuali: in pratica l'economia della regione è gestita da uno stato straniero, non più occupante nei fatti ma ancora tale negli effetti.

Poi - buh, che spavento! - Hamas nel 2006 vince le elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese. Conseguenza? Israele, con l'appoggio complice degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, ha lentamente controllato e limitato l'approvvigionamento di carburante, elettricità eccetera, che stanno creando gravi problemi alla popolazione locali, tra i quali: igiene, assistenza medica, approvigionamenti alimentari, accesso all'acqua e trasporti.

Possiamo dire di più.
Il cessate-il-fuoco voluto da Israele è stato lo stato della Stella di David stesso a violarlo, nel novembre scorso, con un bombardamento atto - questo il tono ufficiale - a colpire alcuni capi di Hamas.

Altra considerazione.
Davvero ci troviamo di fronte ad una guerra per la "giustificata" difesa (e chi non la giustifica, in fondo? io, per esempio) dello stato di Israele contro i terroristi di Hamas?
Sentite cosa disse Moshe Yaalon nel 2002, quando era capo delle forze di difesa israeliane: "Occorre far capire ai palestinesi nei recessi più profondi della loro coscienza che sono un popolo sconfitto."
Non vi stupisce tutta questa umanità racchiusa in una sola frase?

Chiudiamo con Hamas e il suo rapporto iniziale con Israele. Quando nacque questa organizzazione - che è anche movimento politico; che è anche eradicamento sociale fra i palestinesi - era il 1987. All'epoca Israele era in piena guerra con Arafat e il suo Al-Fatah. Ad Israele la nascita di Hamas era una manna dal cielo, in quanto spaccava in due il fronte dei palestinesi, quindi risultava quantomeno funzionale per Tel Aviv.
Così Israele ne incoraggiò e velocizzò la costituzione.
Prima nutrono il mostro, poi si lamentano se puzza e ringhia di notte.
Ricorda qualcosa?
Come dite? USA-Saddam Hussein? USA-Talebani? USA-bin Laden?
Voi siete in malafede!
(Viva la malafede!)

I palestinesi leggeranno questo post e rideranno di stenti.

Free Gaza Now! Non un giorno di più!

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