Mi è giunta oggi la lettera di Walter Veltroni. Mi sembra giusto - io, dal mio punto di vista, oserei dire pure doveroso - analizzarla nei suoi contenuti.
"Gentile Andrea..."
Ecco che l'approccio è subito ruffiano. Scrive una lettera ad una persona che non conosce non solo usando un tono confidenziale, ma addirittura caricando la cosa utilizzando il mio nome per creare appeal. Grazie, Veltroni. Io continuo a darle del lei e a chiamarla per cognome, se non le dispiace.
"(...) Ti scrivo sapendo bene che forse può esserci, da parte tua, una certa diffidenza nei confronti della politica. Lo capisco."
E capisce male, candidato Veltroni. Non diffido affatto della politica. Qui lei utilizza il significato di politica nell'accezione negativa del termine. Ma "politica" è un termine alto, nobile, che va al di là della contemporaneità. Non c'è nessuna disaffezione verso di essa da parte mia. Semmai, sono le persone che rendono questo termine fallace, dimenticandosene i nobili intenti etimologici.
"Nel nostro Paese la politica, per troppo tempo, è apparsa chiusa e autoreferenziale, incapace di ascoltare e di parlare alle persone, di affrontare le molte questioni aperte della nostra società. In questa chiusura, in questa distanza, c'è anche la difficoltà di coinvolgere le giovani generazioni."
Non si smarchi, Veltroni, da una politica della quale ha fatto parte per un trentennio, anche di recente con la sua gestione non idilliaca, in questo senso, del Comune di Roma. Non si presenti come nuovo e candido, perchè non ne ha la levatura morale per farlo. Sappiamo qual è la sua vita politica, come si è mosso all'interno delle istituzioni. Dunque, non cerchi adesso di indossare il vestito nuovo e candido. Non c'è, nel suo armadio. "Chiusa e autoreferenziale". E' esattamente quella stessa politica che lei e il suo Pd avete portato avanti con la campagna elettorale, l'idea più becera di questo tentativo è il richiamo al "voto utile" (tutti i voti sono utili solo se espressi liberamente, diventano inutili quando sono imposti da discorsi stantii come questo), nonché il tentativo di mettere al bando i partiti minori, primi fra tutti i Radicali e il Partito Socialista. Poi si chiede come mai si ha difficoltà di coinvolgere le giovani generazioni. Dipende da questo: i giovani sono contrari alle prese di posizione cone carattere autoritario.
"(...)Parlare a questa generazione significa avere, insieme, la forza dei grandi sogni e la concretezza necessaria a misurarsi con i problemi di tutti i giorni."
Pura demagogia. Oltre che lo spuntare del suo odioso "ma anche". "Siamo sognatori ma anche concreti." Insopportabile.
"Vogliamo provare, assieme a tutti voi, a rendere scuola e università luoghi in cui ciascuno abbia il massimo delle opportunità."
Non so quale sia la sua medicina per rendere l'università un luogo in cui ciascuno abbia il massimo delle opportunità. Ma so che, come sembra essere, se lei è favorevole alle fondazioni come mezzo di sostentamento degli atenei, con il mondo delle imprese e del libero mercato che entri attivamente nella gestione degli isnegnamenti, bloccando ogni forma di pensiero critico ed eterodosso per puntare ai propri interessi di profitto, allora sono profondamente contrario. Fuori i mercanti dal tempio! Il sapere ed il profitto devono rimanere assolutamente distinti. L'università faccia l'università e l'impresa faccia l'impresa. Ognuno per proprio conto.
"Vogliamo combattere la precarietà sul lavoro."
Come? Candidando Calearo e Colaninno? Due che con la precarietà si sono arricchiti da far schifo? Mi permetta di essere dubbioso...
"(...) Vogliamo che le guerre, la miseria, la fame lascino il posto alla pace e al dialogo fra popoli e religioni diverse."
Essere contrari alla guerra è un argomento che utilizza anche la destra, quindi non mi appassionano molto le sue parole. Soprattutto se si fanno distinzioni di semantica che portano le operazioni militari italiane in Afghanistan e in Libano ad essere estichettate come "missioni di pace", cosa che in realtà non sono affatto. Nondimeno se si avvalla e si propone come arricchimento di tutti il raddoppio della base Dal Molin a Vicenza, che conterrà testate nucleari e che farà da base di partenza per le eventuali guerre contro l'Iran o in Centrafrica. Poi, è disposto a fare, in nomi di questi valori, una scelta coraggiosa? L'Italia allora boicotti le Olimpiadi di Pechino, con la richiesta del riconoscimento del Tibet da parte della Cina. Forza, Veltroni, mi stupisca.
"Essere giovani nel 2008 non è facile."
Non lo era nemmeno nel 1996, quando lei era ministro del primo Governo Prodi e introdusse i contratti di lavoro di natura flessibile, primo passo verso la precarietà. Poi odio (sottolineo: odio!) essere visto come categoria: essere giovani non è meno difficile che essere anziani, magari pensionati, o essere lavoratori dipendenti di mezza età con una famiglia sulle spalle. Non affronti la mia posizione partendo da questo fallace sillogismo. Tutti abbiamo difficoltà, qualitativamente identiche seppur diverse nello specifico. La precarietà non è solo una qualità di chi non ha un contratto a tempo indeterminato, ma anche (scusi se glielo rubo) dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che non ce la fanno a tirare avanti. Veda il quadro complessivo, non le parti che lo determinano.
"(...) Per questo ti chiedo di stare con noi, di dare il tuo contributo alla costruzione di un'Italia giovane e moderna, più serena, veloce e giusta."
"Italia giovane": l'Italia non è né giovane né vecchia; è quella che è, e da questo si deve partire.
"Italia moderna": quale? Quella della revisione dell'articolo 18, da lei paventata? Quella delle scelte impopolari che ha sbandierato? Quella dei contratti a termine, e dei giovani flessibili? Dell'innalzamento degli stipendi attraverso la riduzione fiscale? Parafrasando Primo Levi, se questa è modernità...
"Italia più veloce": se è quella della Tav, dico senza esitazioni: "no, grazie".
"Italia più giusta": questa è una pura forma demagogica, che non accetto. Distingua il suo concetto di giustizia sociale, dopotutto non l'ha ancora fatto.
Grazie, candidato Veltroni, avevo bisogno di un momento di riflessione in più per arrivare a non votarla.
1 commento:
insomma, faceva prima a non mandartela...
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