Scoppia un bubbone nel cuore dell'Europa, di nome Wladimir Putin. E la Russia invade la Georgia, rea di non permettere l'indipendenza della regione dell'Ossetia del Sud, futura sede staccata della Gazprom.
Si attiva subito l'Unione Europea.
"Bisogna fare qualcosa per Tbilisi."
Hanno ragione, bisogna fare qualcosa. Tbilisi è impronunciabile.
Ridda di voci e smentite.
Tbilisi: "La Russia punta dei missili sulla capitale!"
Mosca: "Non è vero!"
Tbilisi: "La Russia non ha iniziato il ritiro!"
Mosca: "Non è vero!"
Una tecnica che può rendere la nostra vita più facile.
"Andrea, riordina la camera!"
"Mamma, l'ho già fatto..."
"Non è vero! E' tutta in disordine!"
"E' propaganda del nemico, mamma..."
Durante la crisi, Frattini fa di tanto in tanto una dichiarazione. L'altro giorno ha detto: "Dov'è la Georgia?"
E intanto, un altro po' e Tbilisi diventava un sito archeologico.
Ah, la Russia di Putin.
Una ne fa e l'altra pure.
Postilla: Ossezia libera ed indipendente, dice Mosca. E la Cecenia, allora? La Cecenia ha cercato di far sentire la sua voce in proposito, ma Putin la stava strangolando.
Postilla 2: ovviamente la cosa si è trasformata in una faida sotterranea fra USA e Russia. Già si paventa, da parte di numerosi comemntatori, il rischio di una vuova guerra fredda fra Washington e Mosca. Meno male! Credevo che il mondo mi soppravivesse...
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