Commentando il mio breve saggio sulla censura, Io Non Sono Napoletano scrive:
Mi oppongo alla censura quando punisce il libero pensiero di chi non mente.
Ultimamente a me sta capitando ancora di peggio. Di peggio perchè tocchiamo i limiti del surreale.
Ho un blog in cui sto scrivendo in modo cinico e sarcastico le caratteristiche dei napoletani. Ho scritto ovunque che sono pensieri miei. La cosa bella è la mole di minacce di denuncia che ricevo da parte di gente che si sente offesa (pur non nominando mai nessuno nello specifico ma sempre parlando in generale dei napoletani).
Mai visto gente più ridicola. Il camorrista spara difronte alla propria madre e il napoletano sta zitto e "non ha visto nulla", poi però si accaniscono contro uno che crea un blog che parla di loro (loro... loro chi? Si offendono solo quelli che hanno la coda di paglia... cioè quasi tutti a quanto pare).
Rispondo in maniera pacata all'utente, in quanto lui in maniera altrettanto pacata esprime le proprie considerazioni.
Anch'io ne ho un paio, e le esprimo giusto per tener fermi alcuni punti.
Prima considerazione.
Agitare lo spettro della censura per quello che ti è capitato mi sembra esagerato. Nessuno impedisce a te di scrivere ciò che vuoi, ma contrappone al tuo modo di pensare la napolitanità una critica feroce, durissima, alla quale però tu potresti tranquillamente rispondere con la forza degli argomenti.
Dire "non mi piace", è lecito: ed è questo che fanno gli utenti del tuo blog, seppure magari con termini accesi.
Dire "non mi piace, quindi lo chiudo", non è affatto lecito invece: è qui che si tarpano le ali alla possibilità di esprimersi liberamente - concetto stabilito dalla Costituzione, il discorso potrebbe esaurirsi qui.
Seconda considerazione.
Il qualunquismo fomenta il pensiero dietrologico. Quando si generalizza, è fin troppo chiaro che le persone - nel tuo caso, la categoria - che vengono investite di tanta approssimazione si ribellino in maniera violenta alla tua visione dei fatti.
La tua non è satira, muove più che altri sotto il punto di vista dello sfottò, che essendo reazionario, fomenta il pensiero dietrologico proprio perchè non fa distinzioni, non determina.
La satira invece cerca un punto di vista unito ad un po' di memoria. La memoria è lì per tutti, sono i fatti che ci accadono intorno; il punto di vista è la visione sull'argomento, e non può essere mai qualunquista, perchè altrimenti rischia di non essere informato - dunque in questo caso la satira perde il secondo dei suoi elementi, cioè la memoria dei fatti, e diventa nuovamente sfottò.
Il sottotesto di questo blog non sarà mai "è tutto un magna magna". Qui si fanno nomi e cognomi, si prende posizione rispetto all'attualità, ci si comporta, insomma, da persone adulte politicamente, socialmente e culturalmente.
Dunque, caro Io Non Sono Napoletano, scrivi pure ciò che vuoi, ma tieni presente che il tuo generalizzare ("Il Camorrista spara di fronte alla propria madre e il napoletano sta zitto, non ho visto nulla" è una generalizzazione che non accetto: non tiene conto delle immense variabili della situazione napoletana) ti porterà comunque ad essere bersaglio di feroci critiche.
Il pensiero dietrologico è sempre appostato dietro l'angolo. Bisogna starci attenti.
Ti saluto, e ti invito ancora a scrivermi su questo blog, se vorrai.
3 commenti:
Ciao Mostro!!! Ogni tanto, come vedi, passo da te!
oltre tutto il pensiero dietrologico è spesso indice di stupidità....mi pare. ma si va sei scemo, anche se non sei napoletano.
Bellino questo template, oltretutto ti si addice!
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