Renato Schifani è stato eletto la settimana scorsa Presidente del Senato. Se siete stupiti, vi capisco. Se siete stupidi, non siete stupiti. E non vi capisco. Vediamo alcune parti del discorso fatto dal neo-Presidente di fronte all'Assemblea. Ce l'ho giusto qui, scritto su un foglio di carta riciclata, in onore di Schifani.
... non posso dimenticare la correttezza e la compostezza del mio confronto con il Capogruppo di maggioranza, senatrice Anna Finocchiaro (Generali applausi), con la quale ho avuto sempre un confronto corretto.
La Finocchiaro ha annuito facendo di no con la testa.
Quanto al mio compito, io mi impegno ad adempierlo con il massimo scrupolo di garante delle regole, dei diritti dell'opposizione, della maggioranza e delle esigenze del Governo.
Questo è un cambiamento: fino a due legislature fa (vedi Lodo Schifani, poi dichiarato incostituzionale), era stato il garante del suo padrone e Presidente de Consiglio. Eh, quando si dice: non è mai troppo tardi...
Questa reciproca legittimazione rafforza il Parlamento, consente a maggioranza e opposizione di operare per l'ottenimento del bene più importante, cioè la crescita del nostro Paese e l'affermazione dei valori della Costituzione repubblicana di cui quest'anno abbiamo celebrato il sessantesimo anniversario della sua entrata in vigore.
In quella Carta c'è la nostra storia, il nostro passato, le nostre speranze, il nostro futuro.
Dev’essere per questo che, nella legislatura di cui sopra, hanno tentato di stravolgerla.
Quella che ci aspetta sarà la stagione delle riforme, ma anche dell'affermazione della legalità come valore irrinunciabile.
Insieme infatti all'azione di contrasto a tutte le mafie, occorre intensificare e migliorare le strategie per combattere quella dilagante criminalità che sta rendendo invivibili ampie aree del nostro Paese.
Dell’Utri ha ascoltato ed è stato zitto. La cazzata su Mangano eroe l’ha già detta in campagna elettorale.
Sono inoltre fermamente convinto che la lotta a tutte le mafie non dovrà avere, ma neanche mostrare, alcuna pausa.
E Dell’Utri continua a tacere! Mi meraviglio del suo self-control!
Da siciliano, infatti, sento forte la necessità di un impegno crescente per la sicurezza e per l'affermazione dei valori di legalità perché ho vissuto, insieme a tutti gli altri siciliani, il dolore di vedere la mia terra ferita, vessata, umiliata e, insieme, l'orgoglio di vedere una Sicilia che non s'è mai piegata né mai data per vinta e che è stata capace, invece, di rialzarsi e gridare il suo rifiuto alla violenza, alla prepotenza, all'illegalità.
E da siciliano, Dell’Utri sente forte la necessità dell’esatto contrario.
Soltanto conciliando le esigenze e rispondendo alle istanze delle due aree del nostro Paese, ed impegnandoci con forza e convinzione per tessere quell'indispensabile legame forte tra Nord e Sud, sapremo onorare quell'unità d'Italia così fortemente voluta e di cui, durante questa legislatura che ci si apre, nel 2011 celebreremo insieme i 150 anni di vita.
Assistiamo oggi ad un rinnovato amore dei cittadini verso il proprio Paese, verso la nostra patria.
Tra le lacrime, i senatori leghisti hanno riposto i fucili.
La nostra è sempre stata una terra di grandi talenti, dove sono nati ed hanno operato geni che hanno fatto la storia dell'umanità.
Salve, sono Schifani: l’eccezione che conferma la regola.
Dobbiamo difendere senza tentennamenti le nostre radici cristiane, la nostra identità che tanto ha contribuito alla nascita dell'Occidente e della nostra civiltà. Dimenticare le proprie radici significa perdere l'anima, non ritrovare più se stessi, non trovare più le ragioni forti dell'appartenenza che ci permettono di accogliere e dialogare con gli altri senza cedimenti e senza ipocrisie.
L'Occidente, l'Europa e l'Italia o ritornano alle proprie radici o sono destinati ad un irreversibile tramonto.
Fermi, fermi! Calderoli ha giusto uno stock di quelle famigerate magliette! Non riferitegli le parole di Schifani! Stava dormendo! Zitti tutti!
Siamo chiamati dunque a tenere alto il nome ed il prestigio dell'Italia, sia nel contesto dell'Europa unita, di cui siamo stati fin dall'inizio fondatori (...)
Come?! Me la ricordavo diversa, questa...
Il nostro Paese deve ribadire sempre di più al mondo il suo ruolo di portatore di pace e di democrazia.
Come nelle missioni in Iraq e Afghanistan. Grazie, avete fatto del vostro meglio.
Ai giovani chiediamo di guardare alla politica e alla forza delle istituzioni, perché alle loro istanze, che sappiamo essere prioritariamente la casa, il lavoro e la cultura, risponderemo con l'impegno e l'ausilio necessario di tutte le forze politiche.
Ma, nel frattempo, nessuna illusione: tutti precari!
1 commento:
Lasciagli dire... probabilmente, non è neanche un suo discorso. Nel senso che gliel'hanno fatto... rigorosamente su carta igenica.
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