lunedì 24 dicembre 2007

"Merda Salvi" (enciclica papale)

Merda Salvi
Traduzione dal latino di Andrea Stivi

Introduzione
1. Viviamo in un mondo in cui il relativismo culturale ci ha insegnato che esistono luoghi del decoro, luoghi della pulizia che vanno idolatrati come dèi incontestabili. È chiaro che non possiamo rimetterci a cotanta relatività del meditare umano, nemmeno possiamo garantire campo aperto a questa nuova dottrina che vorrebbe l’esecrabile come elemento esterno alle nostre esistenze.
2. Chiarito detto punto, dobbiamo arrivare a capire quanto la nostra esecrabilità, tramite espulsione di sostanze organiche, stia in vece della nostra purezza, quasi a raccomandarcela, perchè stella polare della nostra stessa esistenza corporea.
3. In altre parole, parliamo di coprologia.
4. In altre parole, parliamo di merda.
5. In altre parole, vi invitiamo a sedervi sulla tazza e spingere.
6. Dopotutto, è liberatorio.

La merda è speranza
7. Vive nell’evidente imbarazzo del non esprimersi appieno, colui che tramite igiene cerca di sottrarsi alla perniciosità della sua stessa produzione corporale. Molti tendono a creare coproliti ma a non parlarne in pubblico, quasi si trattasse di un argomento sconveniente. Esseri tristi, hanno smarrito la via – o sembrano averlo fatto – della tazza. Persone inclini alla stitichezza programmata, cercano di avvalersi di questo "non expedit" rettale giusto per eliminare l’argomento ferale dalle loro disquisizioni pubbliche. Pallido tormento, il loro.
8. Generare è fondamentale nella vita sana di ogni uomo padrone del retto. Al di fuori di questo, c’è solo tristezza e costipazione. Perdere questo punto fermo della propria esistenza, porta irrimediabilmente alla disperazione. Riporre nella coprologia la propria esistenza, informa la propria esistenza dell’unica verità possibile: la merda è speranza.

Il concetto di merda basata sulla fede nel Nuovo Rilassamento e nella Cloaca primitiva
9. Bisogna riprendere visione della propria corporalità, oggi è più necessario che mai. Le vecchie tecniche di esportazione delle proprie scorie organiche hanno storicamente lasciato campo aperto allo spazio del silenzio riguardo a ciò che si fa seduti su di un sanitario. Ed è una tesi filosofica inconcepibile oltreché, oggigiorno, impraticabile. Per cui, qui si vuole attuare un nuovo percorso di fede, quasi a riallacciarsi a quello vecchio come continuum che però denoti rinnovamento. Date sfogo ai vostri muscoli addominali. Lasciate spazio al vostro sfintere e quindi esaltatene le doti nell’agora della vostra vita pubblica. Questa è la via che dovete seguire. Se non lo fate, abbandonate quella via che è da sottotesto – e titolo – di questa enciclica: la merda salvi.
10. Tempi andati, quelli della Cloaca primitiva. Quando il momento del raccoglimento era quasi esplicitamente pubblico, con il ricovero posto all’esterno dell’abitazione, cosicché i vicini avessero a vedere il vostro traffico di esecrato nel vostro volgere quotidiano di abitudini. Non si poteva mentire. Tutto era alla luce del sole – o quasi, altrimenti si disseccava, e non era bello. Anche allora qualche pudore esisteva, così da dimostrare che esibire le proprie doti di defecatore non fa di noi degli adepti della sconcio, pratica eretica.
11. "Sono andato di corpo quattro volte, oggi. Ho la diarrea." Frasi come queste non devono essere più pronunciate con vergogna, e chi le ascolta non deve più reagire con al massimo un moto di compassione, quasi che chi le pronuncia sia malato. Parleremo di dissenteria con entusiasmo, e le nostre performance saranno sottolineate da espressioni di stupore.

La merda eterna – che cos’è?
12. Ogni concetto ha bisogno di secolarizzarsi. Ma si può dire lo stesso dell’escremento? Un escremento che si secolarizza, è un escremento che non olezza. E un escremento che non olezza, è un escremento che non è sano. Parlatene con gioia! Non esitate ad esaltarvi sulla tazza del water!
13. Come esaltarvi? Come dopo un goal di Kakà.
14. Che l’escremento venga utilizzato come aggettivo dalle connotazioni negative ("Che mondo di merda"; "Vita di merda"; "Uomo di merda") è una pratica che deve finire.
15. Solo attraverso il superamento del binomio escremento-schifezza, potremo giungere a rendere duraturo ad infinitum l’elogio incondizionato del frutto concreto del nostro corpo.
16. A questo siamo chiamati, cari fedeli.

La merda è individualistica?
17. "Chi non piscia in compagnia, o è un ladro o è una spia."
18. Partendo da questa frase, affrontiamo il nuovo punto dell’enciclica: l’escremento è individualistico?
19. Qualcuno di voi ha mai sentito pronunciare la medesima frase che apre questo capitolo con la seguente modificazione di vocabolo? "Chi non caga in compagnia, o è un ladro o una spia." E’ una frase estranea alle nostre conoscenze quotidiane. Perchè il defecare resta, nell’atto di compierlo, un atto privato ed intimistico, di rapporto stretto persona-sfintere, un confine che non va mai travalicato.
20. Questo ancora una volta per distinguerci dallo sconcio, come già detto pratica eretica.
21. Detto questo, è fuori discussione che l’esaltazione della propria defecazione debba assumere nella società amante dell’assoluto una connotazione pubblica, di rallegramento collettivo. Una partecipazione che funge allo scopo di dare l’importanza che la produzione dell’escremento necessita. È fatto imprescindibile.
22. Dunque, l’escremento parte da una connotazione intimistica – il defecare – per arrivare ad una connotazione pubblica – l’esaltazione dell’atto. Ergo, l’escremento parte da un carattere individualistico per giungere poi ad un carattere comunitario.

La trasformazione della merda nel tempo moderno
23. E’ altresì evidente come il concetto di escremento sia cambiato nei tempi. Dalle fogne a cielo aperto si è passati a più rinomate fogne chiuse, interrate, nascoste. L’escremento, l’esecrabile, va contenuto in luoghi dove la sua vista sia celata e il suo olezzo sia celato. Questo ha cambiato di molto il nostro rapporto con esso.
24. E de facto la merda è sparita dalle disquisizioni pubblico. Come materiale di cui si deve aver vergogna. Come produzione corporea sconveniente all’intellighenzia. Perchè non culturale. Perchè non opportuna. Bisogna ridare all’escremento la dovuta posizione sociale e pubblica che merita.
25. Basta essere in imbarazzo quando si va a portare le proprie feci ad essere analizzate. Esibiamole con esultanza, con entusiasmo. Facciamo del nostro escremento la prova della nostra vitalità. Spirituale come il più alto degli atti, la defecazione – ed il suo prodotto – devono ergersi a struttura principe della nostra integrità.
26. Merda è salute.

La vera fisionomia della merda
27. Come si presenta l’escremento? Con un plop sacrale.
28. Ma fisionomicamente? Ci sono varie tipologie.
29. L’escremento può essere di colore marrognolo, di costituzione più o meno rigida e di connotazione fumante, dal cui effluvio deriva l’olezzo che la caratterizza. L’olezzo di questo tipo di escremento è di sicuro potente e stuzzicante per l’olfatto ma ne esistono di altre forme che emanano un odore superiore e che danno ancora più vigore all’arte della defecazione.
30. Esiste l’escremento verdognolo, di costituzione meno rigida, e di olezzo superiore. Chiedete al vostro medico cosa significhi. Io sono solo un metafisico.
31. La liquefazione dell’escremento è segno di malessere. Ma è temporaneo. Si può arrivare a produrne quantità davvero sorprendenti. Ed è questo che dev’essere l’atteggiamento giusto di fronte a questa forma del nostro esecrabile: sorpresa di se stessi, stupore della propria produzione. Inveire contro di essa è un atteggiamento sbagliato. Pensate ai poveri stitici, in codesti casi. Fate memoria a voi stessi che, in qualche momento della vostra esistenza, l’escremento ha rifiutato di essere generato dal vostro corpo. Vedrete il tutto sotto una nuova prospettiva.
32. In caso di stitichezza delle viscere, usate un purgante.
33. Non bastasse, affidatevi ad un clistere. Di solito, funziona.
34. Abbiamo parlato di forma, colore ed olezzo dell’escremento. Ma che dire del sapore? Un attimo che assaggio, poi vi ragguaglio.
35. Mmmmmm... Sa di Papa...
36. Fate una foto del vostro escremento. Appiccicatevela alla fronte. Scendete in strada e mostrate al mondo ciò che le vostre viscere hanno generato. Non abbiate tema di passare per stolti. Siete nel giusto. Siete orgogliosi. Questo è il monito. Siate orgogliosi di ciò che producete.
37. Che sia marrognolo e rigido, che sia verdognolo e quindi un po’ più loffio, che sia liquido e diarroico, non temete di esibire il vostro prodotto. Siete quello che mangiate. E quello che mangiate diviene prima o poi escremento.
38. Ripeto: esibite ciò che producete.
39. Spirito e corpo, cercate di tenerlo a mente, si riuniscono nell’atto di defecare. Perchè provarne vergogna?
40. Bene, ora... spingete.

Luoghi di apprendimento e di esercizio della merda
41. L’apprendimento dell’escremento è un fatto che nella nostra società detiene un tabù invalicabile. Ma ci sono luoghi in cui si apprende l’atto a venire del defecare. Uno di questi è la tavola: mentre mangiate, potete – e dovreste, se foste uomini che hanno il controllo del retto – già immaginare ciò che il vostro escremento sarà. La sua costituzione. Mangiate fagioli. Il vostro defecare sarà pura gioia.
42. Una altro luogo dell’apprendimento è senz’altro il letto. Mentre dormite, le vostre visceri lavorano nello scindere ciò che avete mangiato, consumarlo per deteriorarlo e quindi decomporlo in ciò che poi diverrà il vostro escremento. Non dileggiate questa forma di apprendimento dell’escremento. Perchè, mentre riposate, il vostro organismo si prepara a generare. Cosa c’è di più nobile e sacro?
43. L’esercizio della merda di esegue seduti sul water. Pur non essendo un atto di genuflessione vero e proprio, voi vi piegate di fronte alla sacralità della liturgia che state affrontando. Fatelo con serenità ma con devozione al contempo. Non va dileggiato. È un luogo del raccoglimento. Il vostro momento intimo di congiunzione con il sacro.
44. Per questo vi sconsiglio l’utilizzo della turca. La scomodità dell’atto toglie concentrazione, e vi fa sfuggire l’elemento sacrale. Dovete essere consapevoli di ciò che fate. Controllare ogni contrazione del corpo. Dite un Ave Maria. Non può farvi che bene.
45. Defecare negli urinatoi, invece, non sta bene.
46. Perchè dovete dimenticare – è imperativo – lo sconcio. L’eresia vi porterà lontano dalla vostra consapevolezza, vi porterà all’esaltazione di una obliqua concezione dell’atto. Non fatelo! Oh, per l’amor di Dio, non fatelo!
47. Vi prego...

Merda, stella della speranza
48. Direte: "La merda non riluce." Non diciamo corbellerie. Avete mai provato ad ingoiare una lampadina al neon. Fatelo, poi mi dite. Vedrete che sarete costretti a rivedere la vostra posizione.
49. La merda riluce di salute. Un uomo regolare è un uomo sano. Ricordate queste mie parole.
50. E ora, miei fedeli, andate pure a cagare in pace.

"La merda è la pietra filosofale della satira"
Dario Fo

Lettura critica:
Gargantua, di Francois Rabelais.

venerdì 21 dicembre 2007

Non voglio guardare "Porta a Porta"

Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta". Non voglio guardare "Porta a Porta".

Toh, c'è Franceschetti da Vespa!

Dannazione!
Anche stasera non sono riuscito ad evitare di farmi del male...
Forza di volontà zero, proprio!

mercoledì 19 dicembre 2007

Risultati sondaggi

Il sondaggio sul caso Luttazzi ha prodotto il seguente responso:

Sì 66%
No 33%

Riguardo a questo tema ho già detto abbastanza, dunque la mia posizione è arcinota. Passiamo all'altro sondagiio dunque.

Il sondaggio riguardo agli incidenti su lavoro ha prodotto il seguente (per me, inaspettato) responso:

Incuria degli operai 50%
Leggi del profitto 33%
Precarietà diffusa 16%

Non sono d'accordo con i dati emersi da questo sondaggio, e ne sono alquanto deluso, perciò dico la mia.
Precarietà diffusa e leggi del profitto sono alla base delle sciagure che avvengono nei cantieri e nelle fabbriche (anche oggi, quattro morti sul lavoro; i Signori della Guerra sono seriamente preoccupati). La Legge 30 (non chiamatela MAI Legge Biagi) ha posto in essere delle situazioni di rischio. Da precario, asserisco con cognizione di causa che le tutele per noi interinali sono del tutto ignorate. Dovrebbe essere l'agenzia a fornirmi tutte i necessari dispositivi di sicurezza: col cazzo! Non mi passano nemmeno le scarpe antinfortunistica! Oltremodo, questo si collega alla logica del profitto, che tende a tagliare costi (mai di produzione, state bene attenti), riducendo di molto quelle pratiche di sicurezza previste dalla apposita Legge 626. OGGIGIORNO LA SICUREZZA DELL'OPERAIO E' TOTALMENTE IGNORATA, L'OPERAIO E' LASCIATO A BADARE A SE STESSO ALL'INTERNO DELLE AZIENDE! E' INTOLLERABILE! VERGOGNA!
E' un brutto segno se gli operai di oggi rimpiangono le gabbie concettuali e fattuali del fordismo.

lunedì 17 dicembre 2007

Polpetta (alla velocità della luce)



Una recente ricerca dell'Università Vattelapesca di Cannicattì, ha dimostrato che una polpetta scagliata alla velocità della luce subisce una trasformazione molecolare che la trasforma in paté. Boato delle massaie, fine delle trasmissioni.

Biografia di Andrea Stivi

Andrea Stivi (al secolo Mary Poppins) nasce in una casa di marzapane di una sperduta località dell'hinterland padovano. Fin dai primi anni, dimostra subito una grande abilità asrtistica nel farsela addosso, cosa che gli varrà il primo premio ad un concorso locale, sponzorizzato da una famosa ditta di urinatoi. Crescendo, Andrea Stivi (al secolo Hugo Pratt) si iscriverà ad un noto istituto magistrale, con frequentazione quasi esclusivamente femminile, dove potrà trarre giovamento da una delle sue migliori attività: quella del guardone. Raggiunta l'età adulta, Andrea Stivi (al secolo Charles Manson) commetterà due efferati delitti, rinvedicati dalle sue vittime, che ora stanno scontando trent'anni di carcere per istigazione all'omicidio. Passano gli anni e la produzione artistica del Nostro prenderà una rapida impennata quando Andrea Stivi (al secolo Joseph Ratzinger) scriverà un'enciclica che però non si cagherà nessuno. Profetico il titolo (Ve ne fregherete altamente di quello che è scritto qui, ma io non me ne avrò a male, perchè l'ho già previsto), che dimostra l'abilità di Andrea Stivi (al secolo Vittorio Sgarbi) nell'arte di avere sempre ragione. Rimasto orfano del portafoglio, Andrea Stivi (al secolo XXI°) fonderà una società esperta in fallimenti societari, che rappresenterà anche il suo maggior successo. Dopo aver scoperto il modo di combattere l'impotenza con il cemento a presa rapida, Andrea Stivi (al secolo Carlo Rossella) dirigerà un tg il cui unico scopo sarà quello di vendere come vere notizie false come la strage di Ustica (mai avvenuta), la strage di Bologna (propaganda comunista), le stragi che hanno visto la morte di Borsellino e Falcone (distorsione temporale). Andrea Stivi (al secolo Lady D.) muore in un tunnel a Parigi, a seguito di un tragico incidente, mentre sta scappando da una vecchina, alla quale aveva mostrato la sua nuova abilità senza precedenti: quella dell'esibizionista.

Hanno detto di lui:

"E' un sempliciotto."
Jenna Jameson, pornostar

"Sarebbe stato il mio uomo ideale, se solo avesse giocato a baseball e fosse diventato Presidente degli Stati Uniti. Purtroppo non lo è diventato."
Marylin Monroe

"E' una persona volgare, incline al turpiloquio. per cui, questo premio, col cazzo che glielo diamo!"
Un organizzatore del Premio Nobel

"Gli ho telefonato solo una volta. E mi è bastato."
Luciano Moggi

mercoledì 12 dicembre 2007

Nuovo sondaggio

Ho aggiunto a piè di pagina un nuovo sondaggio riguardante quelle che secondo voi sono le cause che portano sempre più spesso ad incidenti in ambiente lavorativo.

Votate!

martedì 11 dicembre 2007

La satira è volgare? Bene, allora...

Segnale orario
"E' mezzanotte, teste di cazzo!"

Meteo
"Domani avrete della cazzo di nebbia, e da qualche parte la pioggia di merda di qusti giorni si intensificherà finchè i fiumi strariperanno e vi inonderanno il culo. Qualche stronzo potrà godersi un caldo sole."

Tg
"Benvenuti a questa cazzo di edizione della notte. Se andaste a letto, brutti stronzi, io non dovrei stare qui a leggere queste fottute notizie e a far partire questi fottuti servizi, porca puttana!"

Risultati sondaggio concluso

Il Sondaggio

"Nella guerra tra te e il resto del mondo, tu con chi stai?"

ha ottenuto i seguenti risultati:

Con te stesso 50%
Con il resto del mondo 12%
Con Frank Zappa 37%

"Nella guerra fra te e il resto del mondo, tu stai dalla parte del mondo." (Frank Zappa)

Aggiunto sondaggio sul "caso Luttazzi"

Lo trovate nella colonnina a sinistra, appena sotto ai miei link.
Vi invito a votare.

Il video incriminato che è costato a Daniele la cacciata da La7 (ovviamente, secondo la ricostruzione ufficiale dell'emittente):
http://www.youtube.com/watch?v=EeeAKmhNiWQ

Petizione a favore di Daniele Luttazzi

Dopo la scandalosa chiusura di Decameron voluta da La7, si è aperta una petizione a questo indirizzo internet:

http://www.petitiononline.com/luttatv/petition-sign.html

Chiedo a tutti quelli che passano in questo blog di aderire, a sostegno della libertà di satira.

lunedì 10 dicembre 2007

L'intuizione

Sull'onda del nuovo editto che l'ha colpito, ho aquistato sabato Lepidezze Postribolari (ovvero Populorum Progressio) di Daniele Luttazzi. Lo leggo un po' e trovo questa battuta:

"Scoperto in Antartide il ghiacciaio più vecchio del mondo. Ci verseranno il whisky più vecchio del mondo."

Circa un mese fa io ho postato con il titolo "Antartide" (potete controllare), la battuta:

"Scoperto in Antartide il ghiacciaio più vecchio del mondo. Sono contento: ora so dove versare il mio whisky più vecchio del mondo."

Il caso è presto svelato: evidentemente io e Luttazzi abbiamo letto la stessa notizia e abbiamo avuto la stessa intuizione. Questo mi solleva dalle possibili accuse di plagio.

L'intuizione risulta invece ufficialmente indagata per la seguente inercettazione:

Intuizione: "Andrea?"
Andrea: "Sì?"
Intuizione: "Ciao, sono Intuizione..."
Andrea: "Ehi, ciao! Dimmi tutto!"
Intuizione: "Ho una battuta da proporti sull'Antartide. E' di Luttazzi."
Andrea: "Battute sull'Antartide di Luttazzi? No, meglio le mie. Antartide: una squadra di ricercatori hanno inventato un nuovo tipo di sorbetto masturbandosi all'aperto."
Intuizione: "Ah ah ah! Carina... Ma quella di Luttazzi è meglio. La vuoi?"
Andrea: "Io non plagio!"
Intuizione: "E dai... non fare il difficile..."
Andrea: "No!"
Intuizione: "E che ti costa? Tanto, se ti scoprono, puoi dare sempre la colpa a me, no?"
Andrea: "Ehm... e va bene, mi hai convinto, ma..."
Intuizione: "Certo, certo (omissis) non preoccuparti, io farò solo da (incomprensibile), d'accordo?"
Andrea: "Okay e... grazie..."
Intuizione: "Figurati. Ah, ti saluta... (omissis)"

Auguro alla mia intuizione di uscire pulita da questa vicenda. Sciacalli!

Spiegazione de "il Mostro"

Visto che la satira è sotto tiro, io mi indigno e comincio seriamente a lavorare al mio progetto di web-show di satira.
E visto che nel weekend prossimo io e il mio fido regista Gio cominceremo le registrazioni del "Numero Zero", voglio dare una rapida spiegazione del progetto.

Iniziamo dalla scansione delle puntate.

Numero zero: fase prenatale
Prima puntata: la nascita
Seconda puntata: infanzia
Terza puntata: pubertà
Quarta puntata: adolescenza
Quinta puntata: età adulta
Sesta puntata: matrimonio/convivenza
Settimana puntata: età matura
Ottava puntata: vecchiaia
Nona puntata: morte

Il progetto è quello di fare satira (attraverso la vita del Mostro) sulla nostra società occidentale e cattolica, che informa gran parte della cultura italiana. E non solo.
Sarà un grande lavoro, e anche se non sarà facile adesso lo voglio fare fino in fondo senza compromessi!!!

Dal sito di Daniele Luttazzi

Daniele scrive.


"Pochi minuti fa ( domenica 9/12, ore 23 e 22 ) i dirigenti di La7 hanno fatto dire in diretta a Maurizio Crozza che non è vero che stiano cancellando tutto il girato di Decameron.
ATTENTI: smentiscono che non lo stanno facendo. MA LA NOTIZIA E' CHE LO FARANNO DOMATTINA. Alle 10. Quando aprirà la saletta di montaggio.
La classica smentita che non smentisce.
LA CANCELLAZIONE DEL GIRATO DI DECAMERON ( già trasmesso e ancora da trasmettere ) E' UN SOPRUSO DI UNA GRAVITA' INAUDITA! NON E' AMMISSIBILE! E' INTOLLERABILE! MI RIPUGNA IL SOLO PENSIERO! NON SI DISTRUGGE L'ARTE! VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!"

Sono talmente costernato che ho cominciato a sedurre la mia indignazione.

domenica 9 dicembre 2007

La7. "Dite quello che volete, purchè non sia quello che noi non vogliamo."

Il caso è noto da un paio di giorni, ma io ho atteso per trattarlo perchè non volevo scrivere semplicemente di pancia.
Credo sia giusto andare con ordine:

Sabato 1 dicembre, La7, 23.30 (l'orario è importante).

Va in onda la quinta puntata del Decameron di Daniele Luttazzi. Una puntata speciale, che vede un lungo monologo (intitolato Come uccidere provocando inutili sofferenze) in cui il comico di Santarcangelo di Romagna immagina di essere stato reclutato dal governo (assieme ad Aida Yespica, Manuela Arcuri, Alena Seredova, Giancarlo Giannini e Raul Bova) per un tour di spettacoli in Irak atto a sollevare l'umore delle nostre truppe impegnate in quel contesto. Un lungo monologo di un'ora circa, con battute ogni cinque secondi, un'infilata pazzesca di satira connessa a momenti di pura comicità, qualcosa che non avevo mai visto fare in televisione da nessun comico (satirico o meno) e che mi ha lasciato con il commento: "Sublime!" stampato in testa.
Durante la puntata (e più o meno ad inizio monologo), va in onda questa battuta:

Una donna fa l'elenco a Daniele delle morti nel contesto della guerra in Irak, poi chiede:
"Daniele, come si può sopportare tutto questo?"
E Daniele:
"Io ho un mio metodo. Pensa a Giuliano Ferrara immerso nella vasca da bagno, con Berlusconi e Dell'Utri che gli pisciano addosso e Previti che gli caga in bocca e la Santanchè vestita da sadomaso che li frusta entrambi."

Giovedì 6 dicembre, La7, 0.10.

La puntata va in onda in replica, decido di registrarla per riguardarmela meglio. La riguardo, rido come non facevo da anni davanti al televisore. La battuta su Ferrara c'è ancora. Nessuno l'ha tolta. Nessuno si è nemmeno lontanamente sognato di non mandare in onda la replica. Tutto normale quindi?
Eh no!

Venerdì 7 dicembre, tarda serata, agenzie infuocate.

La7 comunica che il Decameron di Daniele Luttazzi è stato sospeso (sospeso, non cancellato: le parole sono importanti) per "offese nei confronti di un nostro collaboratore".

Ora, premesso che la battuta non era nemmeno nuova (risale al 2001/2002, contenuta nel libro Satiricon), premesso che nemmeno io l'ho trovata divertente, quello che mi viene da dire è questo.

1. BENE LA CRITICA, ANCHE VIOLENTA, MA LA CENSURA NO!
La7 parla di mancanza di responsabilità della libertà datagli da parte del comico. Se dai la libertà, come fai a delimitarne il confine fra l'uso responsabile e quello irresponasbile? La libertà è una dimensione individuale quando viene acconsentita come massima. Nessuno può dirmi "massima libertà" e poi rinfacciarmi "quello non lo dovevi dire/fare" appena ne ha l'occasione. Sul fronte della satira, l'ho già spiegato, non esiste per essa né il campo dell'evitabile (quindi del cattivo gusto; ambito non presente nella satira), né il campo della convenienza. Esiste solo il materiale satirico, scevro da condizionamenti. La domanda potrebbe essere: "La libertà che La7 ha dato a Luttazzi all'inizio, era vera libertà di interpretare la satira secondo le proprie inclinazioni o era già di partenza una libertà sub judice?" Il problema sta tutto qui: Luttazzi non poteva dire (come si era illuso; come ci eravamo illusi un po' in tanti) tutto quello che voleva, ma solo tutto quello che La7 voleva. Travalicato questo confine, il suo show è stato sospeso.

2. SOSPETTI SUI TEMPI.
La scansione cronologica è lì per tutti quanti, potete controllare. La battuta su Ferrara va in onda per la prima volta sabato 1 dicembre, viene replicata (senza essere tagliata) giovedì 6. Non è sospetto che solo la replica porti all'indignazione di Dall'Orto fino alla sospensione del programma? Ed infatti, navigo un po' in rete e scopro che c'è qualcosa che non va: innanzitutto la prima edizione utile del tgLa7 non menziona nemmeno con una nota a margine (le notiziole che passano sotto) la notizia della sospensione del Decameron. Successivamente, ecco che la cosa losca si fa losca a tinte forti: Luttazzi sta ultimando la sesta puntata, tutta incentrata sull'enciclica papale. Una puntata che sarebbe andata in onda Sabato 8 dicembre (ieri, in sostanza), che coincide con una festa religiosa, quella dell'Immacolata Concezione. Qualcuno deve averlo saputo in anticipo, ed aver fatto pressioni sulla direzione di La7 per la sospensione del programma. Ma non potevano dirlo: sarebbe stata la dimostrazione che un'emittente come La7, che apparentemente sembra contraria a questo Pontefice (ma in realtà non lo è: vedi cancellazione l'anno scorso dell'imitazione di Ratzi da parte di Crozza), si piega anch'essa alle logiche e alle minacce dei teo-con (leggi: teologi-conservatori; leggi: cattolici integralisti), oscura forza politca senza volto, che ancora una volta si è dimostrata potentissima in Italia. C'è solo una parola da esprimere: INACCETTABILE!

Luttazzi deve tornare su La7, concludere il suo show nei tempi previsti (10 puntate).
Nel frattempo, facciamo un'azione diretta contro l'emittente:
segnatevi gli sponsor del network e smettete di comprare quei prodotti, mandando magari uan bella mail a La7, dicendo che, se il Decameron non verrà portato a conclusione, non solo boicotteremo i suoi programmi, ma pure i suoi inserzionisti.
Questa gente è sensibile a discorsi come questo. E' triste avvalersene, ma è quanto possiamo fare.
BUONA LOTTA A TUTTI!

giovedì 6 dicembre 2007

Castronerie? Ve le portiamo "Porta a Porta"!

A "Porta a Porta", da Vespa, stasera si parlava di satira.
Da Vespa si parla di satira?
(Ecco, Stivi, prego: beva la cicuta...)

Vabbeh, facciamo finta di niente, ricacciamo i succhi gastrici e affrontiamo la questione che mi preme di sviluppare.
Uno degli ospiti è il Ministro della Giustizia, Clementina Forleo...
(Sì, certo, vi piacerebbe...)
No, davvero, l'ospite in questione è davvero il Ministro della Giustizia (sigh!) Clemente Mastella, uno che da quando si è alzato e se ne è andato da "Anno Zero" per una vignetta di Vauro evidentemente è diventato un'autorità in materia.

Ebbene, ecco la domanda di Vespa:
"Ministro Mastella, andrà al programma di Crozza domenica prossima?"

E ora (rullo di tamburi) la risposta del Ministro:
"Ne parlerò prima con lui. Se sarà una cosa divertente, una presa in giro, ci andrò di sicuro."

Breve conato di vomito, poi dico la mia.
La risposta di Mastella evidenzia non una, bensì due castronerie riguardo alla satira. Vediamo nel dettaglio.

1. LA SATIRA VA CONTROLLATA.
Errato. La satira è un genere strutturalmente ostile alle forme di potere, ed in quanto tale non può essere delimitata. Quello della satira che ha bisogno dei paletti è un discorso vetusto usato dalla politica per censurarla. La satira è un esercizio di libertà. La libertà non ci può essere data, perchè ce l'abbiamo già. Qui Mastella compie il trito e ritrito abuso del potere sulla satira. Ma la satira non ci sta e si ribella, essendo assoluamente immune dalle lusinghe del potere, nè tantomeno attratta dagli argomenti di "convenienza". Il comico satirico si concentra sul materiale, non sulla sua eventuale appropriatezza. L'operazione di Mastella è quella di far rientrare la satira in un'altra categoria, e di qui viene la seconda castroneria.

2. LA SATIRA NON E' LO SFOTTO'.
"Se è una presa in giro, allora ci vado..." Ecco qua: quello che Mastella accetta è lo sfottò, non la satira. La satira non ha nulla a che vedere con lo sfottò (che è tra l'altro reazionario: non compie l'operazione della contrapposizione al potere conclamato, ma lo abbelisce attraverso la presa in giro, la parodia, finendo per far il suo gioco). La satira è l'espressione (libera, ribadisco) di un punto di vista unito ad una operazione di memoria sui fatti. Ed è questo che non si accetta e che il potere cerca di tarpare: l'esposizione di un punto di vista sui fatti. Di cosa ha paura Mastella (non solo lui: lui è preso qui a modello), tanto da cercare di smarcarsi dalla satira imponendo al comico satirico di turno lo sfottò?

Sono curioso di vedere la reazione di Crozza a questa dichiarazione di Mastella.
La satira, intanto, non si scusa con il Guardasigilli del suo essere stronza!

Candidato Clemente Mastella, si presenti alla prossima sezione d'esame PREPARATO SULL'ARGOMENTO, per cortesia.
Non abbiamo tempo da perdere.

mercoledì 5 dicembre 2007

Hai da accendere?

Il prezzo delle sigarette diminuisce.
Sì, come no: nei miei sogni.

Negli ultimi anni le questioni legate all'aumento del prezzo delle sigarette (ed in particolare dei derivati del tabacco), viene spesso associato a fantomatiche battaglie contro il fumo, atte a ridurre il consumo di "bionde" sul nostro territorio. Non credo. Innanzitutto, davvero crediamo che l'aumentare dei prezzi sia connesso alla preoccupazione dei politici sulla nostra salute, dal momento che lo Stato (quello con la "S" maiuscola, da non confondere con quello con la "s" minuscola, cioè tutti noi) incassa fior fior di milioni di euro dal mitico Monopolio? Io non credo. E' solo una manovra facile facile, vendibile come "aumento per la tutela dei cittadini (lo stato con la "s" minuscola) da parte dello Stato (quello con la "S" maiuscola, cioè loro)".

In aggiunta, c'è un'aggiunta.
Guardate questa tabella ripresa da un comunicato stampa della Confagricoltura:

Superficie: 28 mila ettari
Produzione: 97 mila tonnellate
Aziende: 25 mila
Valore della produzione: 300 milioni di euro
Occupati: oltre 100 mila

(Come dite? Non è una Tabella? Certo che no, questa è una tabella, con la "t" minuscola...)
Come potete vedere, con numeri come questi (che poi vanno molitplicati all'atto della vendita dei prodotti "al pubblico", cioè lo stato con la "s" minuscola, cioè sempre noi), pensate davvero che ci sia un solo politico che pensa all'aumento delle sigarette come una mossa a tutela della nostra salute?
Ma per favore, dicano la verità: serve solo a fare cassa, punto e basta!

Qualcuno di voi ha una Winston Blu? Grazie...

I'm lovin' it!

Mettetela tra due fette di pane.
Vivrete la piacevole atmosfera di stare seduti da McDonald's!
Succede solo da McDonald's.
Per fortuna.

sabato 1 dicembre 2007

Risultati sondaggio.

Si è chiuso il sondaggio:
"Sei favorevole alle droghe leggere?"

Ecco i risultati.

40%
No 20%
Sto fumando ora 40%
Che storia 0%

Il che dimostra che l'80% dei partecipanti al sondaggio sono a favore delle droghe leggere. Gruppo di sbandati!
Legalizziamole. Il proibizionismo ha storicamente fallito.

A breve un nuovo sondaggio.

L'ottovolante

Uuuuuuuuuuuuh!!!
Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh!!!
Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh!!!
Scusate l’entusiasmo, ma sto facendo un giro sull’ottovolante nel cervello mirabolante di Ronald P. Spogli, ambasciatore americano a Roma!
Volete venire con me?
(Mi piacerebbe avere una giostra delle montagne russe tutta per me. Sul biglietto farei scrivere: "Conati di vomito non inclusi nel prezzo.)

Ora, questo ambasciatore, qua, no? Spogli, okay? Ha rilasciato un’intervista a Repubblica (Venerdì 26 ottobre). Sappiamo tutti come funziona con questi personaggi, no? Loro danno una risposta, ma ne pensano un’altra. La risposta che danno a volte è più rivelatrice di quella che si tengono per sé. Grazie ad uno studio di una tale Università che preferisce rimane romana... ehm... volevo dire anonima, siamo riusciti a carpire le vere risposte che Spogli, se fosse stato al bar, gonfio di gin (come il sottoscritto), avrebbe dato.
Purtroppo è ambasciatore.
I ricercatori, che preferiscono rimanere Fogli, Pedazzo e Ferretti... ehm... volevo sempre dire anonimi, si sono avvalsi di una navicella spaziale rimpicciolita fino all’ordine dei micron. Guidata da un criceto.
Buon divertimento.
(Tra parentesi e in corsivo i dati della loro ricerca.)

Il caso Calipari è uno di quelli su cui il governo di centrosinistra è entrato in maggiori frizioni con l’amministrazione Bush.
Sì, questo assieme a quello di Abu Omar con i 24 agenti americani sotto inchiesta e la questione della base di Vicenza sono stati momenti particolari nei nostri rapporti nei 26 mesi da quando sono ambasciatore. La questione Abu Omar non è ancora risolta, noi speriamo che lo sia positivamente per gli Stati Uniti. Ma già a Vicenza mi pare di poter dire che stiamo gestendo molto bene la cosa con il governo italiano: sono state decise delle modifiche, ci sarà un’aggiunta di costi che sosterremo, e lo faremo innanzitutto con la comunità locale.
(Sì, ogni tanto fate i bricconcelli, ma poi correte subito qui a leccarci il culo. È la prassi. Su Abu Omar? Gli U.S.A si aspettano che la vicenda si concluda positivamente, dunque non vorrete certo deluderli, vero? E Vicenza? Collaboreremo con la popolazione locale. Diremo loro: avete visto come è finita in Iraq? A buon intenditor... Avvertiti foste! Amoninne, picciotti!

Questi forse sono i casi "puntuali", ma su temi di fondo, come la guerra in Afghanistan, il Medio Oriente, il nucleare iraniano, le differenze sono meno clamorose, ma più sostanziali.
Ma guardi che la collaborazione tra i due governi è ottima, i punti di convergenza sono molto più importanti di quelli su cui abbiamo avuto malintesi. Non dimentichiamo mai il Libano, che davvero è stata un’occasione in cui l’Italia ha dato il meglio di sé, dalla convocazione della Conferenza di Roma al contributo decisivo per la creazione della forza di pace Onu con l’offerta di 25.000 militari, alla stessa gestione della forza in questi mesi. L’Afghanistan, poi: insieme stiamo affrontando una delle crisi più delicate, e lo facciamo con grande solidarietà.
(Okay, ce la siamo legati al dito quando ve ne siete andati dall’Iraq, ma adesso abbiamo assorbito l’offesa, e ci passiamo sopra, baciamo le mani, d’accordo? Tutt’apposto! Non dimentichiamo mai il Libano; anche perchè gli U.S.A preferirebbero che voi dimenticaste ciò che fa Israele. Ieri ho imparato la parola solidarietà. Suona bene, soprattutto se associata alla parola Afghanistan. Da quando ho sperimentato questa associazione fonetica, non faccio altro che ripeterla in continuazione. Afghanistan, solidarietà... Afghanistan, solidarietà... Ah, pura poesia!)

Sull’Afghanistan ci sono stati momenti di tensione forte, ricordiamo solo la lettera aperta che assieme ad altri ambasciatori lei pubblicò proprio su Repubblica.
(Nota di Stivi: "...la lettera aperta che [...] proprio Repubblica pubblicò." Repubblica si vanta come di consueto di non essere riuscita a cogliere il punto.)
Quella lettera lodava il ruolo dell’Italia, parlava dell’importanza della missione in Afghanistan, della necessità che continuassimo insieme a mantenere questo impegno. Non c’era nessuna critica, nessun tentativo di interferenza. Molti la contestarono, il ministro degli Affari Esteri mi disse che la considerava un "manifesto politico": è difficile per me dire perchè c’è stata questa reazione. Comunque: quella lettera aveva semplicemente lo scopo di sensibilizzare al massimo l’opinione pubblica italiana sull’importanza della missione in Afghanistan. Devo dire che il governo sa bene quanto sia decisiva questa missione.
(Quella lettera intimidiva l’Italia, parlava dell’obbligo che avevano nei nostri confronti riguardo alla missione in Afghanistan, della minaccia posta in essere dagli Stati Uniti perchè continuassimo a mantenere un ruolo di dominio sul vostro paese. Non c’era nessuna critica, nessuna interferenza: vi davamo solo modo di pararvi il culo prima che vi faceste male sul serio. Molti la contestarono, il ministro degli Affari Esteri disse che la considerava un "manifesto politico": è difficile per me ricordarne il nome e sapere che sia. E poi... chissenefrega! Faccia quel che gli diciamo, no? Devo dire che il governo italiano sa bene che sta ballando sui carboni ardenti.)

Gli U.S.A chiedono all’Italia altri soldati per l’Afghanistan?
(Nuova nota di Stivi: Finalmente Repubblica fa una domanda! Peccato che sia totalmente superflua... Sigh...)
In Afghanistan insieme abbiamo fatto passi da giganti, un cambiamento enorme nell’arco di 5 o 6 anni. Ma c’è ancora moltissimo da fare, tutti lo vedono, lo stesso ministro Parisi valuta che dovremo restare impegnati fino al 2011. È importante la prospettiva lungimirante del vostro ministro: ci vorrà del tempo per arrivare a una soluzione stabile in Afghanistan. E Parisi ci ha detto una cosa chiara: l’Italia non può fare di più, ma può continuare a farlo per il tempo che servirà.
(Afghanistan? E chi ci capisce più nulla? Lì è tutto un caos, perchè complicare ancora di più le cose con qualche migliaio di soldati italiani in più? E poi, che facce fa Parisi, quando deve fare una dichiarazione? Sembra sempre che abbia la diarrea! Odio quel suo accento sardo. È così... isolano!)

La crisi forse più grave per il futuro è quella con l’Iran. Ieri in Italia ci sono stati i due mediatori iraniani Larijiani e Jalili, con l’inviato Ue Solana.
(Altra nota di Stivi: Dove l’ha pescato Vincenzo Nigro (autore dell’intervista) quel "forse"? Gli avanzava da un tema delle medie... forse.)
L’Europa ha preso una posizione chiara sul nucleare iraniano e in questo da molto tempo Solana sta facendo un lavoro assai positivo per tentare di convincere gli iraniani che c’è una sola cosa da fare, sospendere l’arricchimento dell’uranio e rispettare le richieste delle Nazioni Unite. Le sanzioni possono aiutare a cambiare la strategia iraniana: certo, sono uno strumento doloroso perchè all’inizio colpiscono proprio chi le applica, ma l’obiettivo delle sanzioni è chiaro, evitare l’alternativa peggiore. L’Italia è un paese importante, non bisogna lanciare segnali sbagliati.
(A voi la patata bollente della diplomazia. Quando è ora di bombardare, fateci uno squillo. Intanto, pane e acqua per gli iraniani mi sembra una buona misura.

Una domanda sulla situazione politica italiana...
(Ennesima nota di Stivi: Nigro, sei un ingenuo... Infatti, vedete come risponde...)
... si può tentare, per me è molto difficile entrare nei dettagli della politica italiana.
(Serve una traduzione? C’importa na segaaaaaa!

Cosa pensa della nascita del Partito democratico, nell’evoluzione del sistema politico italiano?
(A Stivi gli tocca fare un’altra nota: Nigro! Come un bambino...)
Le faccio solo una battuta sul Partito democratico, inserita nel contesto generale dell’evoluzione del sistema politico italiano: guardiamo sempre con grande interesse all’evoluzione del vostro sistema, e mi sembra chiaro che un’espressione di questa evoluzione è la creazione del Partito democratico. È molto presto per dare un giudizio, per capire se la nascita di questo partito potrà davvero avere un impatto positivo sull’evoluzione complessiva del sistema, ma come ambasciatore e grande estimatore del vostro paese mi auguro che un impatto positivo ci sia.
(Le faccio solo una battuta sul Partito deemocratico: "Il Partito democratico entra nel sistema politico italiano..." [Mima il rumore di una scoreggia con la bocca.])

Lei arriva dal mondo delle imprese: da quando è a Roma ha dedicato molte energie al tentativo di stimolare anche l’evoluzione del sistema economico.
L’Italia ha una grande capacità culturale, imprenditoriale, inventiva: noi stiamo lavorando molto alla possibilità di liberare questi grandissimi talenti, per renderli produttivi per il paese. Questo richiede flessibilità, dinamismo, capacità di permettere ai giovani di esprimersi. Ma questo è un punto importante, un tema a cui tengo molto. Vorrei ragionarci sopra ancora meglio e offrirvi magari una riflessione complessiva nei prossimi giorni.
(Guardiamo a voi come al fratello ritardato per il quale bisogna senz’altro fare qualcosa...)

Bene, il viaggio sull’ottovolante nel cervello di Spogli è terminato.
Chissà cosa c’era, dentro alla sua mente, oltre al materiale raccolto per la ricerca. Fatto sta che il criceto è impazzito.

Saggio sulla censura

Fenomenologia della censura
I. Aspetti generali.

1

I sistemi etico-morali provenienti dalla religione sono un totem per la creazione del limes oltre il quale non si può andare. Precetti assoluti che determinano le aree di competenza nella struttura organizzativa sociale dal punto di vista comportamentale. Nulla è sopra a questo. L’equilibrio è dettato dalla loro presenza e dalla loro conservazione.

2

I sistemi di riferimento economici sono la base dell’azione di conservazione delle strutture classiste ed interclassiste della società. Ogni movimento che si denoti (politico, culturale, artistico) è accettabile nella misura che si riconosca in questo principio. Anche in questo caso, l’equilibrio è dettato dalla loro presenza e dalla loro conservazione.

3

Il consentito sta nella misura dettata dai punti 1 e 2. Ogni forma che prescinda da questo, va scoraggiata. I sistemi per lo scoraggiamento sono indicabili attraverso le consone regole conservatrici che pervadono in una società. Fuori da questo, termina il campo del consentito.

II. L’etica della censura.

4

Qualora lo spunto (politico, culturale, artistico) si ponga al di là dell’area del consentito, la soppressione di dati atteggiamenti ricade invece all’interno dell’area del consentito, in quanto necessaria fonte di conservazione delle condizioni di partenza.

5

Nessun elemento di espressione può essere accettato se intacca i principi generali. Partendo da questo concetto, l’opera del censore è sempre morale, dev’essere perseguita. Il censore non può accettare la licenza.

6

Il censore è il custode dei principi etico-morali provenienti dalla religione e dei principi economici provenienti dall’immutabile struttura classista di una società. Ogni censura può e deve essere accettata come movimento di rettitudine da applicare agli sbandati, coloro che escono dai principi generali. In questo, non c’è né contraddizione, né possibilità di critica.

7

Il censore, fatte le dovute valutazioni del contesto morale e sociale che lo investe, può di volta in volta fare delle piccole concessioni alle nuove forme di morale laica (in senso religioso ed economicistico), qualora questa azione serva per conservare il proprio ruolo e non lo ponga come contrasto in prima persona. Il censore deve sempre apparire come una figura non naturale che rispetta principi da tramandare come naturali. Esterno all’esposizione attiva, deve agire tramite figure simboliche (autorità religiose, personalità politiche).

8

La concessione rispetto ad un nuovo piano morale e sociale in senso laico deve essere piano piano fatto rientrare nei principi generali di cui al punto 1 e 2. L’esposizione di una determinata liberazione sessuale è consona al censore nel momento in cui le strutture economiche possono addomesticarla avvalendosene. Nuove teorie morali sono consone al censore nel momento in cui le strutture etico-morali provenienti dall’autorità religiosa sono passibili di distorsione mistica rispetto alla loro origine laica.

III. Scopi della censura

9

Lo scopo principe della censura è quello di occultare fenomeni culturali e artistici che non solo siano contrari alla morale etico religiosa ed alle costruzioni economiche in voga, ma che paiano come profondamente pericolose per uno di questi due aspetti o per entrambi.

10

Qualora questi fenomeni culturali e artistici siano semplicemente contrari alla morale etico-religiosa ed alle costruzioni economiche in voga, ma non determinino pericolo per uno di questi due aspetti o per nessuno, il censore si dovrà mostrare magnanimo e non mettere in atto nessuno strumento evidentemente repressivo rispetto questi fenomeni.

11

È altresì evidente come anche questi fenomeni non sovversivi debbano comunque essere rivelati come poco opportuni, anche quando non si arrivi alla messa alla berlina diretta di tali pratiche innovative all’interno della società. Opportuno sminuirle come fenomeno marginale e fallace, ridicolizzandolo e togliendo ad esso ogni capacità attrattiva potente nei confronti di chi guarda a queste nuove espressioni.

12

L’emarginazione di detti fenomeni è il miglior propulsore per una successiva e rinnovata operazione di censura.