A "Porta a Porta", da Vespa, stasera si parlava di satira.
Da Vespa si parla di satira?
(Ecco, Stivi, prego: beva la cicuta...)
Vabbeh, facciamo finta di niente, ricacciamo i succhi gastrici e affrontiamo la questione che mi preme di sviluppare.
Uno degli ospiti è il Ministro della Giustizia, Clementina Forleo...
(Sì, certo, vi piacerebbe...)
No, davvero, l'ospite in questione è davvero il Ministro della Giustizia (sigh!) Clemente Mastella, uno che da quando si è alzato e se ne è andato da "Anno Zero" per una vignetta di Vauro evidentemente è diventato un'autorità in materia.
Ebbene, ecco la domanda di Vespa:
"Ministro Mastella, andrà al programma di Crozza domenica prossima?"
E ora (rullo di tamburi) la risposta del Ministro:
"Ne parlerò prima con lui. Se sarà una cosa divertente, una presa in giro, ci andrò di sicuro."
Breve conato di vomito, poi dico la mia.
La risposta di Mastella evidenzia non una, bensì due castronerie riguardo alla satira. Vediamo nel dettaglio.
1. LA SATIRA VA CONTROLLATA.
Errato. La satira è un genere strutturalmente ostile alle forme di potere, ed in quanto tale non può essere delimitata. Quello della satira che ha bisogno dei paletti è un discorso vetusto usato dalla politica per censurarla. La satira è un esercizio di libertà. La libertà non ci può essere data, perchè ce l'abbiamo già. Qui Mastella compie il trito e ritrito abuso del potere sulla satira. Ma la satira non ci sta e si ribella, essendo assoluamente immune dalle lusinghe del potere, nè tantomeno attratta dagli argomenti di "convenienza". Il comico satirico si concentra sul materiale, non sulla sua eventuale appropriatezza. L'operazione di Mastella è quella di far rientrare la satira in un'altra categoria, e di qui viene la seconda castroneria.
2. LA SATIRA NON E' LO SFOTTO'.
"Se è una presa in giro, allora ci vado..." Ecco qua: quello che Mastella accetta è lo sfottò, non la satira. La satira non ha nulla a che vedere con lo sfottò (che è tra l'altro reazionario: non compie l'operazione della contrapposizione al potere conclamato, ma lo abbelisce attraverso la presa in giro, la parodia, finendo per far il suo gioco). La satira è l'espressione (libera, ribadisco) di un punto di vista unito ad una operazione di memoria sui fatti. Ed è questo che non si accetta e che il potere cerca di tarpare: l'esposizione di un punto di vista sui fatti. Di cosa ha paura Mastella (non solo lui: lui è preso qui a modello), tanto da cercare di smarcarsi dalla satira imponendo al comico satirico di turno lo sfottò?
Sono curioso di vedere la reazione di Crozza a questa dichiarazione di Mastella.
La satira, intanto, non si scusa con il Guardasigilli del suo essere stronza!
Candidato Clemente Mastella, si presenti alla prossima sezione d'esame PREPARATO SULL'ARGOMENTO, per cortesia.
Non abbiamo tempo da perdere.
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