sabato 1 dicembre 2007

Saggio sulla censura

Fenomenologia della censura
I. Aspetti generali.

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I sistemi etico-morali provenienti dalla religione sono un totem per la creazione del limes oltre il quale non si può andare. Precetti assoluti che determinano le aree di competenza nella struttura organizzativa sociale dal punto di vista comportamentale. Nulla è sopra a questo. L’equilibrio è dettato dalla loro presenza e dalla loro conservazione.

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I sistemi di riferimento economici sono la base dell’azione di conservazione delle strutture classiste ed interclassiste della società. Ogni movimento che si denoti (politico, culturale, artistico) è accettabile nella misura che si riconosca in questo principio. Anche in questo caso, l’equilibrio è dettato dalla loro presenza e dalla loro conservazione.

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Il consentito sta nella misura dettata dai punti 1 e 2. Ogni forma che prescinda da questo, va scoraggiata. I sistemi per lo scoraggiamento sono indicabili attraverso le consone regole conservatrici che pervadono in una società. Fuori da questo, termina il campo del consentito.

II. L’etica della censura.

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Qualora lo spunto (politico, culturale, artistico) si ponga al di là dell’area del consentito, la soppressione di dati atteggiamenti ricade invece all’interno dell’area del consentito, in quanto necessaria fonte di conservazione delle condizioni di partenza.

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Nessun elemento di espressione può essere accettato se intacca i principi generali. Partendo da questo concetto, l’opera del censore è sempre morale, dev’essere perseguita. Il censore non può accettare la licenza.

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Il censore è il custode dei principi etico-morali provenienti dalla religione e dei principi economici provenienti dall’immutabile struttura classista di una società. Ogni censura può e deve essere accettata come movimento di rettitudine da applicare agli sbandati, coloro che escono dai principi generali. In questo, non c’è né contraddizione, né possibilità di critica.

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Il censore, fatte le dovute valutazioni del contesto morale e sociale che lo investe, può di volta in volta fare delle piccole concessioni alle nuove forme di morale laica (in senso religioso ed economicistico), qualora questa azione serva per conservare il proprio ruolo e non lo ponga come contrasto in prima persona. Il censore deve sempre apparire come una figura non naturale che rispetta principi da tramandare come naturali. Esterno all’esposizione attiva, deve agire tramite figure simboliche (autorità religiose, personalità politiche).

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La concessione rispetto ad un nuovo piano morale e sociale in senso laico deve essere piano piano fatto rientrare nei principi generali di cui al punto 1 e 2. L’esposizione di una determinata liberazione sessuale è consona al censore nel momento in cui le strutture economiche possono addomesticarla avvalendosene. Nuove teorie morali sono consone al censore nel momento in cui le strutture etico-morali provenienti dall’autorità religiosa sono passibili di distorsione mistica rispetto alla loro origine laica.

III. Scopi della censura

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Lo scopo principe della censura è quello di occultare fenomeni culturali e artistici che non solo siano contrari alla morale etico religiosa ed alle costruzioni economiche in voga, ma che paiano come profondamente pericolose per uno di questi due aspetti o per entrambi.

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Qualora questi fenomeni culturali e artistici siano semplicemente contrari alla morale etico-religiosa ed alle costruzioni economiche in voga, ma non determinino pericolo per uno di questi due aspetti o per nessuno, il censore si dovrà mostrare magnanimo e non mettere in atto nessuno strumento evidentemente repressivo rispetto questi fenomeni.

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È altresì evidente come anche questi fenomeni non sovversivi debbano comunque essere rivelati come poco opportuni, anche quando non si arrivi alla messa alla berlina diretta di tali pratiche innovative all’interno della società. Opportuno sminuirle come fenomeno marginale e fallace, ridicolizzandolo e togliendo ad esso ogni capacità attrattiva potente nei confronti di chi guarda a queste nuove espressioni.

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L’emarginazione di detti fenomeni è il miglior propulsore per una successiva e rinnovata operazione di censura.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi oppongo alla censura quando punisce il libero pensiero di chi non mente.

Ultimamente a me sta capitando ancora di peggio. Di peggio perchè tocchiamo i limiti del surreale.

Ho un blog in cui sto scrivendo in modo cinico e sarcastico le caratteristiche dei napoletani. Ho scritto ovunque che sono pensieri miei. La cosa bella è la mole di minacce di denuncia che ricevo da parte di gente che si sente offesa (pur non nominando mai nessuno nello specifico ma sempre parlando in generale dei napoletani).

Mai visto gente più ridicola. Il camorrista spara difronte alla propria madre e il napoletano sta zitto e "non ha visto nulla", poi però si accaniscono contro uno che crea un blog che parla di loro (loro... loro chi? Si offendono solo quelli che hanno la coda di paglia... cioè quasi tutti a quanto pare).