Uuuuuuuuuuuuh!!!
Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh!!!
Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh!!!
Scusate l’entusiasmo, ma sto facendo un giro sull’ottovolante nel cervello mirabolante di Ronald P. Spogli, ambasciatore americano a Roma!
Volete venire con me?
(Mi piacerebbe avere una giostra delle montagne russe tutta per me. Sul biglietto farei scrivere: "Conati di vomito non inclusi nel prezzo.)
Ora, questo ambasciatore, qua, no? Spogli, okay? Ha rilasciato un’intervista a Repubblica (Venerdì 26 ottobre). Sappiamo tutti come funziona con questi personaggi, no? Loro danno una risposta, ma ne pensano un’altra. La risposta che danno a volte è più rivelatrice di quella che si tengono per sé. Grazie ad uno studio di una tale Università che preferisce rimane romana... ehm... volevo dire anonima, siamo riusciti a carpire le vere risposte che Spogli, se fosse stato al bar, gonfio di gin (come il sottoscritto), avrebbe dato.
Purtroppo è ambasciatore.
I ricercatori, che preferiscono rimanere Fogli, Pedazzo e Ferretti... ehm... volevo sempre dire anonimi, si sono avvalsi di una navicella spaziale rimpicciolita fino all’ordine dei micron. Guidata da un criceto.
Buon divertimento.
(Tra parentesi e in corsivo i dati della loro ricerca.)
Il caso Calipari è uno di quelli su cui il governo di centrosinistra è entrato in maggiori frizioni con l’amministrazione Bush.
Sì, questo assieme a quello di Abu Omar con i 24 agenti americani sotto inchiesta e la questione della base di Vicenza sono stati momenti particolari nei nostri rapporti nei 26 mesi da quando sono ambasciatore. La questione Abu Omar non è ancora risolta, noi speriamo che lo sia positivamente per gli Stati Uniti. Ma già a Vicenza mi pare di poter dire che stiamo gestendo molto bene la cosa con il governo italiano: sono state decise delle modifiche, ci sarà un’aggiunta di costi che sosterremo, e lo faremo innanzitutto con la comunità locale.
(Sì, ogni tanto fate i bricconcelli, ma poi correte subito qui a leccarci il culo. È la prassi. Su Abu Omar? Gli U.S.A si aspettano che la vicenda si concluda positivamente, dunque non vorrete certo deluderli, vero? E Vicenza? Collaboreremo con la popolazione locale. Diremo loro: avete visto come è finita in Iraq? A buon intenditor... Avvertiti foste! Amoninne, picciotti!
Questi forse sono i casi "puntuali", ma su temi di fondo, come la guerra in Afghanistan, il Medio Oriente, il nucleare iraniano, le differenze sono meno clamorose, ma più sostanziali.
Ma guardi che la collaborazione tra i due governi è ottima, i punti di convergenza sono molto più importanti di quelli su cui abbiamo avuto malintesi. Non dimentichiamo mai il Libano, che davvero è stata un’occasione in cui l’Italia ha dato il meglio di sé, dalla convocazione della Conferenza di Roma al contributo decisivo per la creazione della forza di pace Onu con l’offerta di 25.000 militari, alla stessa gestione della forza in questi mesi. L’Afghanistan, poi: insieme stiamo affrontando una delle crisi più delicate, e lo facciamo con grande solidarietà.
(Okay, ce la siamo legati al dito quando ve ne siete andati dall’Iraq, ma adesso abbiamo assorbito l’offesa, e ci passiamo sopra, baciamo le mani, d’accordo? Tutt’apposto! Non dimentichiamo mai il Libano; anche perchè gli U.S.A preferirebbero che voi dimenticaste ciò che fa Israele. Ieri ho imparato la parola solidarietà. Suona bene, soprattutto se associata alla parola Afghanistan. Da quando ho sperimentato questa associazione fonetica, non faccio altro che ripeterla in continuazione. Afghanistan, solidarietà... Afghanistan, solidarietà... Ah, pura poesia!)
Sull’Afghanistan ci sono stati momenti di tensione forte, ricordiamo solo la lettera aperta che assieme ad altri ambasciatori lei pubblicò proprio su Repubblica.
(Nota di Stivi: "...la lettera aperta che [...] proprio Repubblica pubblicò." Repubblica si vanta come di consueto di non essere riuscita a cogliere il punto.)
Quella lettera lodava il ruolo dell’Italia, parlava dell’importanza della missione in Afghanistan, della necessità che continuassimo insieme a mantenere questo impegno. Non c’era nessuna critica, nessun tentativo di interferenza. Molti la contestarono, il ministro degli Affari Esteri mi disse che la considerava un "manifesto politico": è difficile per me dire perchè c’è stata questa reazione. Comunque: quella lettera aveva semplicemente lo scopo di sensibilizzare al massimo l’opinione pubblica italiana sull’importanza della missione in Afghanistan. Devo dire che il governo sa bene quanto sia decisiva questa missione.
(Quella lettera intimidiva l’Italia, parlava dell’obbligo che avevano nei nostri confronti riguardo alla missione in Afghanistan, della minaccia posta in essere dagli Stati Uniti perchè continuassimo a mantenere un ruolo di dominio sul vostro paese. Non c’era nessuna critica, nessuna interferenza: vi davamo solo modo di pararvi il culo prima che vi faceste male sul serio. Molti la contestarono, il ministro degli Affari Esteri disse che la considerava un "manifesto politico": è difficile per me ricordarne il nome e sapere che sia. E poi... chissenefrega! Faccia quel che gli diciamo, no? Devo dire che il governo italiano sa bene che sta ballando sui carboni ardenti.)
Gli U.S.A chiedono all’Italia altri soldati per l’Afghanistan?
(Nuova nota di Stivi: Finalmente Repubblica fa una domanda! Peccato che sia totalmente superflua... Sigh...)
In Afghanistan insieme abbiamo fatto passi da giganti, un cambiamento enorme nell’arco di 5 o 6 anni. Ma c’è ancora moltissimo da fare, tutti lo vedono, lo stesso ministro Parisi valuta che dovremo restare impegnati fino al 2011. È importante la prospettiva lungimirante del vostro ministro: ci vorrà del tempo per arrivare a una soluzione stabile in Afghanistan. E Parisi ci ha detto una cosa chiara: l’Italia non può fare di più, ma può continuare a farlo per il tempo che servirà.
(Afghanistan? E chi ci capisce più nulla? Lì è tutto un caos, perchè complicare ancora di più le cose con qualche migliaio di soldati italiani in più? E poi, che facce fa Parisi, quando deve fare una dichiarazione? Sembra sempre che abbia la diarrea! Odio quel suo accento sardo. È così... isolano!)
La crisi forse più grave per il futuro è quella con l’Iran. Ieri in Italia ci sono stati i due mediatori iraniani Larijiani e Jalili, con l’inviato Ue Solana.
(Altra nota di Stivi: Dove l’ha pescato Vincenzo Nigro (autore dell’intervista) quel "forse"? Gli avanzava da un tema delle medie... forse.)
L’Europa ha preso una posizione chiara sul nucleare iraniano e in questo da molto tempo Solana sta facendo un lavoro assai positivo per tentare di convincere gli iraniani che c’è una sola cosa da fare, sospendere l’arricchimento dell’uranio e rispettare le richieste delle Nazioni Unite. Le sanzioni possono aiutare a cambiare la strategia iraniana: certo, sono uno strumento doloroso perchè all’inizio colpiscono proprio chi le applica, ma l’obiettivo delle sanzioni è chiaro, evitare l’alternativa peggiore. L’Italia è un paese importante, non bisogna lanciare segnali sbagliati.
(A voi la patata bollente della diplomazia. Quando è ora di bombardare, fateci uno squillo. Intanto, pane e acqua per gli iraniani mi sembra una buona misura.
Una domanda sulla situazione politica italiana...
(Ennesima nota di Stivi: Nigro, sei un ingenuo... Infatti, vedete come risponde...)
... si può tentare, per me è molto difficile entrare nei dettagli della politica italiana.
(Serve una traduzione? C’importa na segaaaaaa!
Cosa pensa della nascita del Partito democratico, nell’evoluzione del sistema politico italiano?
(A Stivi gli tocca fare un’altra nota: Nigro! Come un bambino...)
Le faccio solo una battuta sul Partito democratico, inserita nel contesto generale dell’evoluzione del sistema politico italiano: guardiamo sempre con grande interesse all’evoluzione del vostro sistema, e mi sembra chiaro che un’espressione di questa evoluzione è la creazione del Partito democratico. È molto presto per dare un giudizio, per capire se la nascita di questo partito potrà davvero avere un impatto positivo sull’evoluzione complessiva del sistema, ma come ambasciatore e grande estimatore del vostro paese mi auguro che un impatto positivo ci sia.
(Le faccio solo una battuta sul Partito deemocratico: "Il Partito democratico entra nel sistema politico italiano..." [Mima il rumore di una scoreggia con la bocca.])
Lei arriva dal mondo delle imprese: da quando è a Roma ha dedicato molte energie al tentativo di stimolare anche l’evoluzione del sistema economico.
L’Italia ha una grande capacità culturale, imprenditoriale, inventiva: noi stiamo lavorando molto alla possibilità di liberare questi grandissimi talenti, per renderli produttivi per il paese. Questo richiede flessibilità, dinamismo, capacità di permettere ai giovani di esprimersi. Ma questo è un punto importante, un tema a cui tengo molto. Vorrei ragionarci sopra ancora meglio e offrirvi magari una riflessione complessiva nei prossimi giorni.
(Guardiamo a voi come al fratello ritardato per il quale bisogna senz’altro fare qualcosa...)
Bene, il viaggio sull’ottovolante nel cervello di Spogli è terminato.
Chissà cosa c’era, dentro alla sua mente, oltre al materiale raccolto per la ricerca. Fatto sta che il criceto è impazzito.
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